Sabato 28 novembre condurrò un nuovo incontro di espansione
vitale dal tema Con-tatto con l’altro. E’ il proseguimento del lavoro su di sé
per chi ha partecipato all’incontro precedente Con-tatto con sé, ma può essere
anche vissuto come un’esperienza a prescindere per chi è interessato a lavorare
sugli aspetti di sé che riguardano la relazione con l’altro.
In quest’incontro infatti stimoleremo attraverso esercizi
bioenergetici, yoga e meditazioni guidate, il quarto chakra, Anahata, il chakra
del cuore. La funzione di questo centro energetico riguarda la capacità di
esprimere amore puro nelle relazioni con
le persone vicine al cuore come un
compagno, parenti, genitori, figli.
Nella nostra storia, a partire dalla nostra infanzia,
possiamo aver avuto esperienze da cui abbiamo imparato a chiudere il nostro cuore
per proteggerci: il rifiuto, l’umiliazione, la trascuratezza, la paura, possono
essere ferite che hanno portato a ritirarci e che si sono poi strutturate nel
nostro essere. Ma oggi siamo adulti e possiamo ritrovare quegli aspetti e
riportarli alla luce in quanto abbiamo la capacità di viverci e di elaborare il
dolore. Oggi il problema non e’ il dolore o il rifiuto di allora, ma la
chiusura verso gli altri che non ci rende liberi. Oggi possiamo sapere come
chiudere il nostro cuore ma anche scegliere di aprirlo a seconda delle
situazioni: questo significa essere nel qui e ora con le nostre forze attuali.
Lavorare con il corpo e con il respiro e’ quindi una via per l’apertura del
cuore.
Aprirsi all’amore è portare nella nostra vita più luce, la
compassione nel senso più’ profondo verso noi stessi e l’altro per le ferite
passate, la comprensione profonda, l’accoglienza e l’accettazione dell’altro. Ed
infine la gioia come sentimento profondo che brilla dentro di noi.
Aprire il cuore significa accedere alle nostre paure, ai
nostri conflitti, alla nostra rabbia che si manifestano nel corpo come energia
bloccata che non ci permette di sentire la fiducia nell’altro.
“Passiamo la vita a
cercare di essere degni di amore vivendo nella convinzione di non essere
amabili e quindi elemosiniamo l’amore verso persone che non ce lo danno.”