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venerdì 27 gennaio 2017

Saper ascoltare

La comunicazione personale è un continuo processo relazionale, nel quale gli interlocutori assumono rispettivamente il ruolo dell’emittente e dell’ascoltatore. 
Spesso le incomprensioni nella comunicazione, in coppia, in famiglia, con gli amici, si creano per una difettosità nell’ascolto, che crea le cosiddette barriere comunicative.
La riuscita del comportamento dell’ascoltare dipende sia da fattori esterni che sono difficilmente controllabili dal soggetto (es: rumori nell’ambiente) sia dall’atteggiamento e predisposizione all’ascolto della persona stessa.
Viene a tutti quasi naturale interrompere, dare giudizi, offrire consigli, accusare, deridere, svalutare, generalizzare, incalzare, interpretare: anzi si crede di essere buoni ascoltatori preparando subito un consiglio e mostrando il proprio repertorio di personali soluzioni.
Saper ascoltare significa invece sapersi mettere nei panni dell’altro, ascoltare per capire e non per giudicare, aver rispetto dell’interlocutore e saper accettare punti di vista diversi dai propri.
A tal proposito trovo un buono spunto di riflessione la parabola indù dei sei ciechi e l’elefante:


C’erano una volta sei saggi che vivevano insieme in una piccola città. I sei saggi erano ciechi. Un giorno fu condotto in città un elefante. I sei saggi volevano conoscerlo, ma come avrebbero potuto essendo ciechi?
“Io lo so”, disse il primo saggio , “ lo toccheremo.”.“Buona idea”, dissero gli altri ,”così scopriremo com’è fatto un elefante.” I sei saggi cosi andarono dall’elefante. Il primo saggio si avvicinò all’animale e gli toccò l’orecchio grande e piatto. Lo sentì muoversi lentamente avanti e indietro, producendo una bella arietta fresca e disse: “L’elefante è come un grande ventaglio”. Il secondo saggio invece toccò la gamba: “Ti sbagli. L’elefante è come un albero”, affermò. “Siete entrambi in errore”, disse il terzo. “L’elefante è simile a una corda”. mentre gli toccava la coda. Subito dopo il quarto saggio toccò con la mano la punta aguzza della zanna .”Credetemi, l’elefante è come una lancia”, esclamò. “No, no”, disse il quinto saggio “che sciocchezza!” , “l’elefante è simile ad un’alta muraglia”, mentre toccava il fianco alto dell’elefante. Il sesto nel frattempo aveva afferrato la proboscide. “Avete torto tutti”, disse, “l’elefante è come un serpente!”
“No, come una fune”. “No, come un ventaglio”. “Come un Serpente!” “Muraglia!” “Avete torto!” “No ho ragione io!” I sei ciechi per un’ora continuarono a urlare l’uno contro l’altro e non riuscirono mai a scoprire come fosse fatto un elefante!


Morale della storia: ognuno vede i problemi a modo suo, tende a non ascoltare gli altri e non riesce quasi mai a raffigurarsi l’intero problema. 

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